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sabato 15 febbraio 2014

la settimana politica


Sabato (scorso) ho iniziato un laboratorio qui. Ho capito dov’ero davvero solo verso la fine, mentre pulivo il tavolo con la spugnetta e S. mi raccontava come era nato quel Nido. Una sensazione strana che un giorno racconterò bene.

Domenica risveglio con corse al galoppo verso il bagno. Pensavo fosse per un’esagerata cena calabrese, in cui sfidavo il papà di una mia amica mangiando peperoncini interi sott’olio come fossero babà. Mi sbagliavo. Era un virus di stagione, senza olio. Ho dormito stramazzato dalla testa ai piedi dalle cinque del pomeriggio alle undici dell’indomani. Con piccole pause per mostrarmi vivo alla famiglia.

Martedì semplice convalescente.

Mercoledì ho stirato magliette e pantaloni della ciurma per darmi un tono. Poi ho cominciato a leggere qualcosa su Platone.

Giovedì mi sono entusiasmato leggendo pezzi sparsi su internet. Volevo scrivere ma leggevo, contento. Poi la sera alla radio Fiumani dice che Gennaio è un pezzo impegnato e nel farlo dice cose davvero punk, a differenza delle sue ultime canzoni.

Venerdì come al solito sono felice e rincuoro tutti, ricordandogli che è Venerdì, eh! Poi mi capita nell'entusiasmo di coinvolgere una che lavora all’Ama e mi fa: ma io domani lavoro, eh! 

Sabato partecipo a una formazione per Educatori all’infanzia e, dopo che la formatrice esalta lo sforzo e la dedizione degli educatori privati a differenza di quelli pubblici, e subito dopo arriva l’applauso delle stesse educatrici private, poco esaltanti a dire il vero, intervengo, dicendo che questo è un ricatto da parte del Comune di Roma, e si deve dare di più alle persone che guadagnano 900 euro al mese. Poi sottovoce dico “nemmeno le suore”, oramai rassegnato a una condizione di minoranza maschile. Domani m’iscrivo a Zumba e la faccio finita con tutto questo sindacalismo femminista.

Domenica deve ancora arrivare, non per il sol dell’avvenir, ma perché oggi è sabato e io mi ascolto la radio astenendomi da ogni spargimento di sangue televisivo. 
Ah, me ne vado al cinema a vedere Smetto quando voglio.





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