L’ultimo film di
Sorrentino mi ha lasciato un gusto strano nella testa. Speravo fino all’ultimo
in un recupero, e che il film iniziasse davvero. Invece, ahimè, è stato un lungo
prologo ridondante. Mi spiace, e mi pesa ammetterlo. All’uscita un nubifragio
ha cancellato quasi tutto, ma stamattina mi sono svegliato con l’immagine della
Santa negli occhi, e della sua ciabatta che tuona contro l’immobilismo della
mondanità. Punto, e a capo.
Poi, vedi che
non ci riesco? poi ho pensato, vedendo il film e tutte quelle scene su Roma e
le sue albe, i suoi colori di marmi e di donne, ho pensato che io quella Roma
non la conosco quasi per niente. L’altra sera infatti, cercando il Chiostro del
Bramante, c’ho impiegato lo stesso tempo che forse ci avrebbe messo un semplice
turista russo, includendoci una vodka al bar. Quindi, mi arrendo, e dichiaro la
mia totale estraneità alla Roma di Flaiano-Fellini, Sorrentino- Gambardella, almeno
dal punto di vista esistenziale. A meno che non vogliamo ammettere che
l’estetica, il fascino di certi ambienti sia soltanto narrazione alta. Quasi
fantastica, poco rappresentativa dei sentimenti sparsi a macchia di leopardo
che fremono negli isolati quartieri della città. Allora ogni cosa avrebbe il
suo posto, ogni libro il suo spazio, ogni personaggio la sua gloria. Ogni mio
sentimento una propria mappa.
Da tempo volevo
parlare del disco dei Baustelle, non ci sono riuscito perché avevo paura di
ripetere cose già dette. A me è piaciuto molto, e parlarne dopo la sfilza d’immagini
di decadenza del film, sarebbe come riequilibrare un po’ la faccenda. Nel loro
disco si sente una lontananza dalla vita come raccontata giusto un minuto dopo.
È tanto viva l’emozione, quanto è persa ogni illusione, ma dentro, in un
involucro piacevole al tatto, ci sono storie e facce, culi e drammi, bimbi e
religioni, così come ci sono nel film di Sorrentino. Le due opere partono più o
meno dallo stesso sentimento, ma, senza conoscersi mai, vanno ognuna per la
propria storia: il film rimane imbrigliato nel suo status di staticità mentre
il disco si muove e non si ferma mai.
Per questa
settimana abbasso la serranda.
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