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martedì 16 ottobre 2012

vestivo di nero


Per due anni di fila ho vestito di nero. Facevo il dark. Non so quando ho cominciato, di fatto, una mattina x mi sono vestito di nero e dopo circa due anni ho smesso. Quasi in contemporanea con la fine della frequentazione di L., il mio migliore amico d’allora, a cui mi ispiravo nel vestire di nero. Per lui era facile, quasi naturale, visto che la sorella, fan dei Depeche mode, si vestiva di nero già da qualche tempo. L. aveva pure la macchina nera, inclusi gli interni, io solo la dyane beige. Era bello quel clima darkettone, dove gli altri ti invidiavano ammirandoti e tu, noi, non ci filavamo nessuno. Chiusi in macchina ad ascoltare i Cure. Poi il mercoledì ci si sperperava parte dello stipendio da camerieri in certi negozi di Roma, tipo Bacillario o i Cantieri del nord. Il resto si spendeva nei locali a Trastevere o giù di lì. Partivamo in tarda mattinata e, una volta all’Eur, già sentivamo quell’eccitazione fatta di localetti da godere e spaghetti da addentare. Poi al ritorno la pontina era lunghissima e senza luci né bar. Un tunnel di pensieri e progetti. In fondo mi aspettava un letto di formica beige, come la Dyane, come il frappé alla banana del pomeriggio: beige ero diventato pure io senza mete né amore.

Un giorno L., dopo il viaggio interrail a Stoccolma e Londra, e dopo aver commentato con gli amici che poi ‘ste bionde mica stavano ad aspettare noi, insomma dopo quelle ammissioni di essere poco latini e parecchio timidi, qualcosa è cambiato. Ho ricominciato a mettere vestiario colorato, e intanto avevo portato allo scasso la Dyane beige. L’amore s’intravedeva nei bar o a capodanno, e io lasciavo fermentare il mosto bene bene. Ché a me l’amore piace forte e denso. A L. non ho mai chiesto come gli piaceva l’amore, e neppure se i Cure, visti al palaeur vestiti tutti di bianco, gli piacevano di più dei Depeche mode? A me sì, senza dubbio.
 

Stasera vorrei vestirmi di nero e andare in qualche locale ad ascoltare gruppetti sopravvissuti agli anni zero e a certa memoria che trita tutto ciò che non è più di moda. Maledette le mode che durano l’arco di un amore o del possesso di una Dyane, di un’amicizia. Vabbè, sabato ci sono ancora una volta i Diaframma a Roma e posso andarci; loro suonano da una vita e navigano attraversando ogni moda degli ultimi decenni. Ecco, uno come Fiumani saprebbe spiegarmi qual è il segreto di resistere e durare più di una dyane, più di una passione esplosa senza cocci da raccogliere. Senza amici da abbracciare. Chissà, forse glielo chiedo.

 

(buttato giù oggi con le cuffiette alle orecchie ad ascoltare Cognetti su radiotre)

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