Per due anni di fila ho vestito di nero.
Facevo il dark. Non so quando ho cominciato, di fatto, una mattina x mi sono
vestito di nero e dopo circa due anni ho smesso. Quasi in contemporanea con la
fine della frequentazione di L., il mio migliore amico d’allora, a cui mi
ispiravo nel vestire di nero. Per lui era facile, quasi naturale, visto che la
sorella, fan dei Depeche mode, si vestiva di nero già da qualche tempo. L.
aveva pure la macchina nera, inclusi gli interni, io solo la dyane beige. Era
bello quel clima darkettone, dove gli altri ti invidiavano ammirandoti e tu,
noi, non ci filavamo nessuno. Chiusi in macchina ad ascoltare i Cure. Poi il
mercoledì ci si sperperava parte dello stipendio da camerieri in certi negozi
di Roma, tipo Bacillario o i Cantieri del nord. Il resto si spendeva nei locali
a Trastevere o giù di lì. Partivamo in tarda mattinata e, una volta all’Eur,
già sentivamo quell’eccitazione fatta di localetti da godere e spaghetti da
addentare. Poi al ritorno la pontina era lunghissima e senza luci né bar. Un
tunnel di pensieri e progetti. In fondo mi aspettava un letto di formica beige,
come la Dyane, come il frappé alla banana del pomeriggio: beige ero diventato
pure io senza mete né amore.
Un giorno L., dopo il viaggio
interrail a Stoccolma e Londra, e dopo aver commentato con gli amici che poi ‘ste bionde mica stavano ad
aspettare noi, insomma dopo quelle ammissioni di essere poco latini e
parecchio timidi, qualcosa è cambiato. Ho ricominciato a mettere vestiario
colorato, e intanto avevo portato allo scasso la Dyane beige. L’amore
s’intravedeva nei bar o a capodanno, e io lasciavo fermentare il mosto bene
bene. Ché a me l’amore piace forte e denso. A L. non ho mai chiesto come gli piaceva
l’amore, e neppure se i Cure, visti al palaeur vestiti tutti di bianco, gli
piacevano di più dei Depeche mode? A me sì, senza dubbio.
Stasera vorrei vestirmi di nero e
andare in qualche locale ad ascoltare gruppetti sopravvissuti agli anni zero e a
certa memoria che trita tutto ciò che non è più di moda. Maledette le mode che
durano l’arco di un amore o del possesso di una Dyane, di un’amicizia. Vabbè,
sabato ci sono ancora una volta i Diaframma a Roma e posso andarci; loro
suonano da una vita e navigano attraversando ogni moda degli ultimi decenni. Ecco, uno
come Fiumani saprebbe spiegarmi qual è il segreto di resistere e durare più di
una dyane, più di una passione esplosa senza cocci da raccogliere. Senza amici
da abbracciare. Chissà, forse glielo chiedo.
(buttato giù oggi con le cuffiette
alle orecchie ad ascoltare Cognetti su radiotre)
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