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mercoledì 1 agosto 2012

diario balneare di mio cugino Arturo 3


Ma lo sai che poi è andato a vedere Patti Smith? Si è messo seduto alle spalle del palco, visto che doveva solo accompagnare la moglie al concerto; che poi l’ha pure salutata all’americana mentre spettinata e bella passeggiava leggera all’estremità del palco. Lei, quella che aveva visto in tante foto di Mapplethorpe anni fa. E già, quello si fissa col passato e non ne esce più. Ecco perché mi ha chiesto di scrivere qualche riga su questo blog. E io accetto. A me piace dire di sì, credo faccia bene al cuore. Dell’orgoglio non m’importa, nemmeno del male che si traveste da lamento per poi precipitare in un pozzo nero e giallo, senza aria. No, a me piace giocare coi bambini, a terra, tra loro, con qualche costruzione o libro da trasformare in mezzo per abbracciarli senza stringere né soffocare. Quello mi vede come uno che chiacchiera senza aver combinato mai nulla. Hai ragione cugino bello, a me, dentro questa bolla di vita leggera, piace restare fermo ad osservare le bandiere dei modellini dei galeoni, nella vetrina antica del negozio di fronte al mare. Dopo l’arco. E mo’ dovresti saperlo e quindi non mi chiedere niente e lasciami andare verso questi giorni di vacanza col sole in tasca. Salutami la tua dolce e unita famigliola, e pure quegli amici di cui tanto ti vanti; quando devi prendere le distanze da tante realtà che detesti e che pure ti tocca bazzicare. Caro mio il tempo scopre la verità, e tu scoprirai tra un secondo un mondo contaminato da parole e carezze. Che già c’è, devi solo amarlo di più. Vabbè, iscriviti pure come uditore al corso di lettere, ma dormi sereno e fatti consigliare; non restare fermo a urlare dentro sogni stretti stretti, e bui. Acchiappa una nuvola e lasciati volare.

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