Oggi sarei dovuto andare alla
presentazione di “Diaz”, al circolo degli artisti. E non ci vado. Alle diciotto
c’era pure la presentazione del libro della Susani “ Eravamo bambini abbastanza”, che
da un po’ che leggo cose interessanti su questo libro e penso che io debba
leggerlo entro una settimana, pena la fuoriuscita dalla periferia culturale e
conseguente discesa nel limbo dei frustrati sempiterni in fuga dal presente.
Anche se poi, alla fin fine, del libro m’importa davvero. Già. Intanto, a conti
fatti, me ne sto davanti a ‘sto pc che poggia sopra un tavolo anticato: questo
stride e mi procura un sorriso da scemo. Dicevo, scrivevo, delle rinunce
continue a cui costringo la mia amigdala. Sarà per un patto segreto con la
madonna, magari stipulato in uno dei miei sogni mondani con venature mistiche consolatorie,
che mi fanno volare di casa in casa, di madonna in madonna, nelle notti di
profondo inverno? Che di certo non faccio mai, anche se il solo pensiero di
immaginarle queste cose, mi procura un sorriso da fesso a cui non so sbarrare
la strada.
Una cosa è certa però, e si tratta di
dirlo una volta per tutte: non sopporto più quelli che alle tue mail o sms,
piene di saluti e abbracci (forse troppi?), ti rispondono serafici e nemmeno con
uno ciao. Ma chi ti credi di essere? Ma va’ va’. La gentilezza non sai neppure
dove sta di casa, pussa via.
Ma come ho fatto a fidarmi di certe
persone? Sempre la madonna di prima che mi spinge a conoscere il male che si
traveste alla maniera post-fricchettona o da delicate persone tutte a modo e
discrete. Che poi le vedi tirarsi dentro la giacca la gran lunga coda pelosa,
un po’ maculata senz’altro di marca. Te possino.
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