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domenica 22 gennaio 2012

Porta portese


Una volta misi un annuncio su Porta portese: cercasi soci per costituire coop. Sociale/agricola. Mi eccitai durante i giorni della pubblicazione. Sarà mai che si sblocchi qualcosa. Sì, ero frustrato da altri tentativi di metter su un gruppo di persone per creare una cooperativa, finiti male. Era la mia ossessione, la mia unica, a parte l’amore e gli amici, ragione di vita. Se poi, l’Amore e gli amici, fossero gli stessi attori da coinvolgere nella cooperativa, non era un piccolo particolare, no. Non lo era.
Mi arriva una telefonata, rispondo fremente di novità: pronto! Era un ragazzo che, insieme a suo fratello, erano interessati a diventare soci della coop. Ah sì, dissi io, va bene. Ci stiamo organizzando, vi faccio sapere. Ciao. A presto.
Chiaramente, malinconicamente, non se ne fece nulla. Ero solo, come solo un cane in un centro commerciale sa esserlo. Quindi, piansi, e seppure non lo feci davvero, oggi, al ricordo, lo faccio piangere. Quello che ero: romantico visionario squattrinato. È giusto che pianga e che impari che le cose della vita non sono particelle di sogno e aria, eh no! sono fatti e azioni concrete, bello mio.
Dite che sono troppo duro con quel ragazzo dagli occhi grandi e coi pantaloni di velluto ad hoc per sbarcare il lunario in una Roma frizzante di musica e letteratura. Sì, ma quello dormiva su di un letto a contatto con il pavimento, e aspettava sempre con affetto gli amici che passavano a svegliarlo. E poi?
Ora dove sono? Gli amici, i letti a terra, i pantaloni di velluto e i libri appena espropriati in librerie inaccessibili? Chissà, forse in qualche casa dello studente o chissà, appunto.
Un monito come cometa all’imbrunire: lascia stare il velo, e gratta la pelle secca delle domeniche mattina d’oggi. 


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