Quella tovaglia era sporca. Avrebbe dovuta
cambiarla ché arrivava suo figlio, quel lunedì noto; ma a lei interessava solo vedere
tutta la luce del giorno entrare dalla finestra. Poi aspettare per sentire beata
quelle quattro parole cadere nelle sue orecchie. Per poi dimenticarle piano
piano nei pomeriggi a venire, facendosi aiutare dalle canzoni tristi alla
radio. Non aveva voglia di cambiarla, dicevo, e forse faceva bene: tanto la
forma è stata già sputtanata negli anni scorsi. Quando da ragazza spelacchiava le
bocche dei ragazzi che amava per un giorno. Salutava tutti alla sera, prima che
i comignoli cominciassero a sbuffare pigri, e facendolo li stringeva forte a sé,
al suo seno, che dirompeva nell’altro come onda anomala da cui guardarsi bene. Poi
l’indomani, con grazia di quegli anni, spiegava che l’amore era scappato via la
notte, insieme a tutti i pensieri brutti. Così amava tutti, e non prendeva
nessuno fisso accanto a sé. Non era una puttana, no, avete capito male forse. Era
una ragazza che la notte subiva agguati nella mente e che il suo corpo
osservava muto. Oggi, a ripensarci, forse, non sarebbe stata la stessa donna se
avesse dormito sonni sereni. Qualcuno deve dirlo al figlio: quella luce di
taglio seicentesca rende la tovaglia umanissima, per niente sporca. Magari è la
storia che si è sporcata in maniera indelebile. In quelle notti. In quella
mente fragile e visionaria.
Vabbè, m’intrometto saltando il
registro, il canone atteso e la buona creanza e dico: salvati ragazzo dalla
forma e scava nella caverna dei tuoi sentimenti. Le ombre appena fuori dalla
stessa sono solo una forma classica di pensiero. Oggi, il contemporaneo, l’attualità,
preme verso pensieri inediti lontani da ogni cosa già vista.
Fa capriole sui corpi e sulle facce
del tuo tempo e lascia stare per sempre le paludi dove sono sepolte le tue
speranze bambine. Sputa il rancore in faccia a chi se lo merita e sorridi come
uno scemo ad ogni quarto di luna; ché poi quando è tutta piena daremo una festa
per gli amici.
1 commento:
L'ultima parte è da musicare!
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