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mercoledì 30 novembre 2011

diserta


Quella tovaglia era sporca. Avrebbe dovuta cambiarla ché arrivava suo figlio, quel lunedì noto; ma a lei interessava solo vedere tutta la luce del giorno entrare dalla finestra. Poi aspettare per sentire beata quelle quattro parole cadere nelle sue orecchie. Per poi dimenticarle piano piano nei pomeriggi a venire, facendosi aiutare dalle canzoni tristi alla radio. Non aveva voglia di cambiarla, dicevo, e forse faceva bene: tanto la forma è stata già sputtanata negli anni scorsi. Quando da ragazza spelacchiava le bocche dei ragazzi che amava per un giorno. Salutava tutti alla sera, prima che i comignoli cominciassero a sbuffare pigri, e facendolo li stringeva forte a sé, al suo seno, che dirompeva nell’altro come onda anomala da cui guardarsi bene. Poi l’indomani, con grazia di quegli anni, spiegava che l’amore era scappato via la notte, insieme a tutti i pensieri brutti. Così amava tutti, e non prendeva nessuno fisso accanto a sé. Non era una puttana, no, avete capito male forse. Era una ragazza che la notte subiva agguati nella mente e che il suo corpo osservava muto. Oggi, a ripensarci, forse, non sarebbe stata la stessa donna se avesse dormito sonni sereni. Qualcuno deve dirlo al figlio: quella luce di taglio seicentesca rende la tovaglia umanissima, per niente sporca. Magari è la storia che si è sporcata in maniera indelebile. In quelle notti. In quella mente fragile e visionaria.
Vabbè, m’intrometto saltando il registro, il canone atteso e la buona creanza e dico: salvati ragazzo dalla forma e scava nella caverna dei tuoi sentimenti. Le ombre appena fuori dalla stessa sono solo una forma classica di pensiero. Oggi, il contemporaneo, l’attualità, preme verso pensieri inediti lontani da ogni cosa già vista.
Fa capriole sui corpi e sulle facce del tuo tempo e lascia stare per sempre le paludi dove sono sepolte le tue speranze bambine. Sputa il rancore in faccia a chi se lo merita e sorridi come uno scemo ad ogni quarto di luna; ché poi quando è tutta piena daremo una festa per gli amici.

1 commento:

Capitan vongola ha detto...

L'ultima parte è da musicare!