Cosa cambia?
Ma
cosa glielo dico a fare? Che poi mi spaventa vedere la sua faccia quell’attimo
dopo l’ultima parola della frase. Lo so, finisce così. No, meglio far cadere.
Tanto, cosa cambia ora? Magari glielo dico quando manca un giorno all’ultima
proroga possibile, che forse è pure peggio. Mannaggia. Certo, con tutti i
compiti possibili, proprio a me ne toccava uno così fetente? Ora se ne sta
sdraiato sulla spiaggia, con i figli a vista e la moglie sul lettino con quelle
gambe appena un po’ aperte. Eppure. Non posso più aspettare. Questi mi cazziano
di brutto. Ché non li conosco: sanno solo contabilizzare le perdite. Ecco che spiega
alla moglie come sistemare il giardino; quali mattoni prendere, come sistemare
le scale. Tutto per cenare per bene l’anno prossimo, insieme agli amici che
passeranno a trovarli. Quest’anno, se ho ben capito, avevano pochi soldi per le
vacanze. Gli amici sì, ne avrò contati almeno una ventina; e che non aspetto
l’anno prossimo per dirglielo? mica sono
stronzo io, infatti, mi sa che rinuncio. So che prima o poi deve fare i conti
con le sue vicissitudini. Sì, lo so, non posso rinunciare alla missione, ma
posticipare sì. Magari accorcio il tempo a quello di Milano, che non mi sta proprio
simpatico. Provo a trattare per lui a settembre, sono anni ormai che lo faccio.
Tanto agli altri l’ho comunicato. Già. Manca solo lui. Guarda come lancia in
aria il figlio per il tuffo in mare. Come potrà farglieli fare poi, senza
quell’entusiasmo? Quello di Milano è separato senza figli e con tanti vizi.
Vabbè non devo mettere troppo il becco, lo so, ma come faccio a dirglielo dopo
aver visto questa scena? Quello si deprime e resta imbufalito per tutto il
tempo sulla poltrona di casa. Sai che ti dico? Vado a Milano e lo comunico
prima a quell’altro, che pare abbia già fatto testamento: tutto alla nipote
bionda che profuma d’incesto. Pure. Eccomi sul treno che sfrecciando accorcia
il tempo. Intanto laggiù c’è un uomo che si solleva dalla sabbia e ride.
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